"I giovani devono partire, devono andare via per curiosità, per capire il mondo, ma soprattutto per capire loro stessi. Poi devono tornare." R.Piano

giovedì 10 gennaio 2013

That's America baby!

Ciao a tutti!
Ieri notte ha diluviato in un modo pazzesco, i tuoni erano così forti che la casa tremava, e stamattina metà del giardino era allagato, come tante strade qui vicino, per cui le scuole sono state chiuse. Sono contenta perché ho potuto dormire, ma è stato un giorno in meno di scuola americana, quindi domani sarà l'ultimo.. :(
Stasera la squadra di softball ha organizzato di andare fuori a cena per me, e non vedo l'ora!
Ora ho un po' di tempo da dedicare a ciò che ho capito dell'America dopo cinque mesi. Anzi, della Louisiana. Scriverò America perché rende meglio, ma questo paese è così grande e diverso che su certi aspetti non si può generalizzare, e io ne ho conosciuto solo un piccolo, bellissimo, stato. Scriverò tutto, aspetti positivi e altre caratteristiche che non mi fanno impazzire.

L'America è tutto e niente di quello che vi immaginate. E' contemporaneamente una bella sorpresa e una delusione. E' quella dei film, e al tempo stesso è totalmente diversa.
E' fatta di autobus gialli, partite di football, cheerleaders, foto per l'annuario, balli scolastici in palestra, strade larghe e infinite, bicchieri rossi per le feste, letti giganti, fast food, mensa e attività varie a scuola, detention, halloween in grande stile, decorazioni natalizie ovunque, trucks, college da sogno, black friday, parate.
E' cibo come pancakes, waffles, bibite e patatine di tutti i gusti, cookies, cupcakes, pizza con mille toppings (condimenti?), torte a tre strati, gelati con oreos e m&ms al Mc Donald's, ristoranti messicani, tacchino, pollo fritto, pane alla cannella, Hershey's chocolate.
E' soprattutto Louisiana quando si parla di alligatori, pecans, paludi, caccia di cervi, anatre e scoiattoli, che diventano poi cibo, mud riding, campi di cotone, paesaggi immensi che ti danno un senso di libertà meraviglioso, musica country, gumbo e jambalaya, rodei, cow boys, case delle vecchie piantagioni, mardi gras e la king cake, tempo che cambia da un giorno all'altro, dicembre in maniche corte, ma anche neve in aprile, New Orleans e la sua somiglianza con l'Europa.

Gli americani sono tanto cordiali quando ci si incontra per la prima volta: ti abbracciano, ti riempiono di domande, quando ti dicono "nice to meet you" si vede che viene da dentro e non è detto così per dire. Al tempo stesso, quando chiedono "how are you doing?", si interessano poco della risposta. Ogni tanto sono superficiali, soprattutto quando si tratta di amicizie e di abbracci. Sono solitari; ad esempio se devono uscire da scuola per andare tutti nello stesso posto, non si aspettano a vicenda come noi facciamo sempre, ognuno tende ad andare per conto suo. Forse noi italiani siamo troppo appiccicosi, coccoloni e affettuosi, o probabilmente lo siamo al punto giusto. Gli americani sono mediamente più felici di noi, non so se sia dovuto a cause esterne o sia semplicemente un aspetto del loro carattere. Sono pigri sulle cose stupide, come riportare il carrello al suo posto al supermercato invece di lasciarlo in mezzo al parcheggio; ma non lo sono per niente quando si tratta di sport, allenamenti e lavorare con la propria squadra. In quel caso sono micidiali! Gli americani appartengono al genere del "tutto e subito". Sono patriotici, sia come nazione, sia come singolo stato. Non si preoccupano troppo di quello che indossano, ma le ragazze sono sempre truccatissime, fin dalle medie. La maggior parte è estremamente religiosa, in modo davvero assurdo. Sono profondamente tradizionalisti su certe cose. Ci sono più coppie divorziate e di conseguenza più famiglie allargate, rispetto al nostro paese. Qui non è mai troppo tardi per rifarsi una vita, le mie due "nonne" sono attorno ai 65 anni e hanno dei nuovi compagni, o comunque uomini con cui escono per un appuntamento. Gli americani non mollano mai. Gli adulti sono molto molto ospitali, e ti fanno sentire subito a casa. I loro figli un po' meno. Gli americani sono pazzi, e adoro questo loro aspetto. Non sono tanto festaioli, non nel modo in cui lo intendiamo noi. Gli adolescenti sono un po' più immaturi di noi, ma una volta entrati al college imparano a gestire tutto molto meglio. Sono meno open-minded di quello che immaginavo. Hanno un concetto di famiglia un po' strano, ad esempio alle cene per le feste importanti non si fa una grande tavolata e non si mangia tutti assieme. A loro non interessa ciò che pensano gli altri. Sono solo americani.

Come tutti, hanno pregi e difetti, mi hanno sorpreso e deluso, ma ho imparato ad abituarmi alle loro idee, alle loro abitudini, a non rimanerci male per quelle cose che sono diverse. Ora li adoro, e mi mancheranno tanto!

E se io perdessi casualmente l'aereo martedì? :)
a presto Italia, troppo presto..

1 commento:

  1. Destiny has two ways of crushing us - by refusing our wishes and by fulfilling them.
    Henri Frederic Amiel

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